Libri volanti #9 – Litania di un arbitro

di Gianvittorio Randaccio

L’arbitro è un personaggio di scarsissimo successo, cornuto per antonomasia, con un appeal vicinissimo allo zero. Anche la letteratura, in anni fecondi di storie sportive di ogni tipo, lo ha emarginato, tenendolo fuori dalla luce della ribalta, sempre timido e sfortunato. L’arbitro, insomma, serve ma non piace: e oggi, con l’avvento della VAR, non si sa neanche quanto serva…brussig
Thomas Brussig rompe prepotentemente uno steccato dando luce e voce a un arbitro arrabbiato che, in un monologo lungo e appassionato, assume il ruolo di protagonista assoluto, raccontando le sue verità su tutto e tutti. Uwe Fertig è arbitro e assicuratore, sportivo e cittadino, accusatore e accusato: vive una vita sul filo del rasoio, abituato a decidere in un attimo le sorti di partite che tengono in ansia milioni di tifosi. È “creatore di gioco”, “uomo-partita”, ago della bilancia attorno al quale ruotano interessi milionari. Fertig è un fiume in piena, un uomo, prima che un arbitro, che si produce in invettive continue e multidirezionali, scagliandosi indifferentemente contro i campi da gioco, la chirurgia, la politica, le chiacchiere da bar, la Germania Est e quella riunificata. Fertig è, soprattutto, un uomo disperato e contraddittorio, vittima e carnefice, il cui logorroico sfogo nasconde e poi svela un dramma inaspettato, che fa luce sul buio della sua anima e sul nero della sua giacchetta.
Litania di un arbitro è un’esplosione di umanità repressa, una voce che decide di prendersi il suo spazio e di raccontare la storia dal punto di vista di chi ha un particolare talento, quello di essere «abituato a non stare da nessuna parte, essere imparziale», e farlo ad alti livelli. L’arbitro di Brussig è cinico e disincantato, armato di sarcasmo e parole appuntite, capace di combattere e ferire un mondo infarcito di ipocrisia e luoghi comuni, a spezzettarlo e a ricomporlo con lucida agonia. Lo sport qui, più che altrove, è insieme la vita e la sua metafora, sempre a un passo dalla gloria e sempre, e forse di più, a un passo dalla disperazione.

Thomas Brussig, Litania di un arbitro, traduzione di Elvira Grassi e Nicola Hartsch, 66thand2nd, 2009. [Questa è la nuova versione di una recensione apparsa anni fa su L’insolito, una rivista letteraria on line.]

 

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