Riassunti di partite importanti

di Gianvittorio Randaccio

Inter – Udinese 3-1
Il 17 ottobre 2004 io e il mio amico Giorgio eravamo a San Siro, in tribuna rossa, perché mia madre tramite il lavoro aveva avuto dei biglietti omaggio. Si giocava Inter-Udinese e Adriano, l’Imperatore, aveva segnato quasi subito su punizione. Inter Milan v Udinese
Poi, dopo pochi minuti, era successa una cosa incredibile. Adriano, sempre lui, aveva preso la palla nella sua metà campo e aveva cominciato a correre verso la porta dell’Udinese, senza apparenti ostacoli. Infatti, e dalla tribuna si era visto benissimo, quei rari difensori dell’Udinese che gli si erano presentati davanti, erano caduti come birilli intontiti e Adriano, che non andava poi tanto veloce e sembrava anche avere un controllo di palla un po’ difficoltoso, era arrivato al limite per poi tirare e fare secco il povero De Sanctis. Alla fine, dopo i gol di Mauri e Vieri, la partita era terminata 3-1, ma nella memoria di tutti, anche molto tempo dopo, era ed è rimasto solo quel gol assurdo. Da molte parti ho letto che si è trattato di un autentico capolavoro, ma io ho sempre avuto l’impressione che sia stato un gol normalissimo e che forse i difensori dell’Udinese avevano esagerato un po’ con la grappa nel caffè corretto nel prepartita.

Milan – Liverpool 3-3 (5-6 d.c.r.)
La sera della finale di Champions del 2005 mi ricordo che ero a casa di amici a San Donato Milanese, e forse non c’era neanche un milanista, doveva essere uno di quei ritrovi di gufi che sperano che la squadra nemica di turno si prenda un bel po’ di scoppole per non venire troppo presi in giro nei giorni successivi. E insomma, quella sera era andato tutto benissimo perché il Milan era andato in vantaggio per tre a zero, con il gol di Maldini la doppietta di Crespo, ma poi era stato rimontato dal Liverpool, grazie ai gol di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso e alla fine battuto ai calci di rigore in un modo che ha veramente dell’assurdo. Quello che mi è rimasto più impresso di quella partita, però, non è stato Dudek che saltava come un canguro o la faccia sconsolata di Dida o l’errore ai rigori dell’infallibile Pirlo, ma un mio amico, non ricordo bene nemmeno chi, che a un certo punto era saltato su una sedia e aveva cominciato a tirare dei pugni fortissimi sullo stipite sopra a una porta, per sfogare tutta l’adrenalina che aveva accumulato nella serata, mentre tutti lo guardavamo stupiti e anche un po’ preoccupati. E questo è anche il motivo, penso, per cui non mi piace tanto invitare gente a casa mia a guardare le partite.

 

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