di Matteo Di Giulio
Chi avrebbe mai detto che un allenatore potesse avere la propria rivincita nell’arco di una settimana?
È accaduto al bavarese Achim Beierlorzer (Erlangen, 1967), allenatore della Bundesliga ed ex centrocampista offensivo di secondo piano. Veterano delle leghe minori, approda prima all’astro nascente Leipzig, ancora in seconda categoria, e quindi al Regensburg, squadra con cui s’imporrà durante la stagione 2017-18 all’attenzione della prima classe. Ad attenderlo una prova molto difficile. Riportare il neopromosso F.C. Köln ai vertici che gli competono e da cui era stato escluso a sorpresa l’anno prima, ultimo in Bundesliga, senza nemmeno l’onore delle armi.
Beierlorzer è un uomo concreto, di poche parole, il cui accento duro tipico della regione in cui è nato e cresciuto, il Franken, lascia poco spazio ai malintesi. Il suo calcio è offensivo, fatto di pressing, ripartenze e difesa alta. Schemi non semplici per una squadra che ha perso i suoi giocatori più forti con la retrocessione e che ha sì in rosa un paio di buoni attaccanti stagionati, come il massiccio Simon Terodde, forte di testa e con l’istinto del predatore d’area, ma non particolarmente adatti al gioco rapido fatto di scambi brevi e palle in profondità che il suo allenatore disegna alla lavagna durante il ritiro estivo.
Le uscite estive della squadra non fanno gridare al miracolo ma, si sa, le amichevoli precampionato sono quel che sono e a un trainer importano più le risposte che i risultati. Aver ritrovato la verve del colombiano Cordoba, l’eroe della miracolosa qualificazione in Europa League di solo due anni prima, così come la giusta posizione per l’ala sinistra Florian Kainz, nazionale austriaco che con il Werder Bremen non era riuscito a ritagliarsi uno spazio da titolare, sembrano già due grande successi.
L’inizio del campionato, però, è disastroso.
Sconfitti per 2-1 dal sorprendente Wolfsburg, poi per 3-1 in casa dal Borussia Dortmund, i giocatori in maglia biancorossa riescono a rifarsi per puro miracolo contro il Freiburg in trasferta, per poi tornare a perdere tre partite di fila. Alla decima giornata sono penultimi in classifica, peggio di loro sta facendo soltanto il Paderborn, e la pressione della dirigenza, oltre a quella del pubblico, stanco di subire umiliazioni tra le mura amiche e in trasferta, è palpabile.
Beierlorzer si gioca tutto in casa contro l’Hoffenheim e opta per una formazione che, nei piani, dovrebbe stroncare una delle squadre rivelazione della Bundesliga. Cordoba, proprio lui, spezza l’impasse al trentaquattresimo minuto e porta in vantaggio i suoi. Il pubblico dell’Effzeh esplode e ci crede: il pareggio però è questione di una decina di minuti, tre dall’inizio della ripresa. L’Hoffenheim è superiore, ma il Köln gioca a viso aperto, senza paura di rischiare il dribbling e saltare l’uomo pur di affacciarsi alla porta avversaria. Dove non si esaurisce il coraggio, ci pensa purtroppo la sfortuna. Un palo, parate all’ultimo istante del portiere rivale, tiri che sfilano a pochi millimetri dalla méta. I biancorossi lottano come demoni fino ai tempi di recupero.
Poi crollano.
Un rigore trasformato al novantottesimo da Jürgen Locadia spezza le gambe a tutti.
La società reagisce con vigore, con l’esonero immediato di Beierlorzer e, insieme a lui, del direttore sportivo Armin Veh, reo di aver assemblato una squadra fallimentare che si sta dimostrando inadatta a raggiungere il traguardo minimo della salvezza.
Soltanto una squadra, a fronte di una rosa ben più ampia e ricca, sta deludendo di più dei calciatori di Colonia: il Mainz 05.
Guidato già da diverse stagioni da Sandro Schwarz, il team del Reno ha patito più che mai l’infortunio del suo fuoriclasse, il francese Mateta, giovane bomber nel mirino dei grandi club europei, ma rimasto qui per una seconda stagione in cui confermarsi ad alti livelli.
Sconfitta dopo sconfitta, il Mainz scivola sempre di più verso i bassifondi della classifica, fino al fatidico 2 novembre, nona giornata di campionato. In casa di un Leipzig in stato di grazia la squadra di Schwarz, che condivide con il Köln i colori sociali bianco e rosso, incassa otto reti senza segnarne nessuna. La débâcle è così clamorosa che è sufficiente la seguente sconfitta per 2-3 in casa contro i neopromossi dell’Union Berlin per sancire l’esonero di Schwarz.
Due storie simili, due fallimenti programmatici. Entrambi alla decima giornata.
La notizia a sorpresa è che Achim Beierlorzer, due giorni dopo essere rimasto senza lavoro, ha già trovato una nuova panchina.
Ed è proprio quella del Mainz.
La nuova dirigenza si dice convinta che il calcio offensivo dell’ex allenatore del Köln si sposi bene con il loro progetto. E così gli danno una chance immediata, per quello che sarà uno dei cambi di panchina più rapidi della storia della Bundesliga.
Beierlorzer ringrazia per la fiducia, s’insedia, dirige il primo allenamento.
Poi guarda il calendario. E gli viene un brivido.
Nell’undicesima giornata, la successiva, il Mainz dovrà giocare in casa dell’avversario che aveva decretato l’esclusione dell’allenatore. Sì, il destino è beffardo e tocca di nuovo scontrarsi con l’Hoffenheim.
“Sarà un massacro”, titolano i giornali sportivi.
L’Hoffenheim è in forma smagliante, il Mainz ha il morale sotto i tacchi.
I riflettori sono puntati su un match che anche per i bookmaker è scontato.
Il dio del calcio, però, a volte sa essere magnanimo.
Nel primo tempo segnano per il Mainz Öztunali e Kadeřábek, l’Hoffenheim prova a reagire e si scopre. Arriva il terzo gol dei biancorossi, prima che Kramarić accorci le distanze. Sul 1-3 tutti guardano con curiosità al cronometro. Mancano dieci minuti e i padroni di casa tentato il tutto per tutto: con il fiato sospeso arrivano al novantesimo e al novantatreesimo altri due gol. Ma a segnare entrambi è proprio il Mainz, che sbanca a sorpresa la tana bianco-blu per 1-5.
Una vittoria storica.
Sufficiente per dimenticare Colonia.
Achim Beierlorzer è passato nell’arco di una sola settimana da perdente e a eroe; e grazie allo stesso avversario.
La vendetta nel calcio, a volte, va servita bollente.