di Matteo Di Giulio
Un calciatore austriaco di grande talento, ma dalla testa calda. No, non stiamo parlando di Mirko Arnautovic, che a sua volta risponde perfettamente alla definizione, bensì di Martin Hinteregger, nato il 7 settembre 1992 in un paesino di circa dodicimila anime nel sud dell’Austria, Sankt Veit an der Glan.
Cresciuto sportivamente nella cantera dei Red Bull di Salisburgo, Hinteregger, difensore biondo, alto un metro e ottantatré, fisico imponente, fa il grande salto nel 2010, non ancora maggiorenne, con il suo primo contratto da professionista. Con la squadra in cui si è formato debutta nella prima categoria un mese dopo aver compiuto diciotto anni, cinque giorni dopo affronta la Juventus in Europa League.
Il suo talento è cristallino, il suo futuro roseo.
La stagione successiva diventa un tassello fisso dei Red Bull Salzburg, anche se non è ancora un titolare inamovibile: il nuovo allenatore Ricardo Moniz lo prova sulla fascia sinistra e gli concede sempre più spazio. Suo è il gol del 1-0 contro l’Omonia Nicosia che vale l’accesso alla fase a gironi dell’Europa League. All’inizio del 2012 prende la fascia di capitano, dimostrando una personalità fuori dal comune.
Sarà la sua croce e la sua delizia.
Roger Schmidt, successore di Moniz, capisce che il potenziale di Hinteregger sulla fascia è sprecato e lo sposta al centro. I primi problemi disciplinari cominciano poco dopo. All’ancor giovane Martin piacciono le feste e l’alcol e alla vigilia di un’importante partita casalinga, poi malamente persa, si fa beccare ubriaco mentre cerca di rientrare nel ritiro dopo una nottata trascorsa a bere e ballare. La stagione finisce male: eliminati da tutte le competizioni, nazionali ed europee, i Red Bull falliscono anche l’obbiettivo di arrivare al titolo.
Il difensore è però così forte che, nonostante le scappatelle e le multe, resta al centro del progetto. Non serve molto tempo per intuire che non è una cattiva idea. Scudetto e coppa nazionale per due anni consecutivi, presenza fissa nelle coppe europee e un ruolo sempre più importante nel calcio che conta.
Il 2015 è un anno segnato dagli infortuni e visto che Hinteregger non vuole rischiare di perdere gli Europei, visto che sta giocando troppo poco, decide nella finestra invernale del mercato per un cambio d’aria. Destinazione Germania, in prestito al Borussia Mönchengladbach: ma non lascia il segno, con dieci presenze; e così Martin viene rispedito al mittente.
Qualcosa a Salisburgo però è cambiato e, nonostante la fiducia dell’allenatore, Adi Hütter, il difensore gioca soltanto undici partite di campionato e cinque nei preliminari di Champions.
A fine anno arriva un’altra proposta tedesca, stavolta dall’Augsburg, squadra di medio-bassa classifica, e Martin firma per cinque anni per i bavaresi.
L’inizio nella Bundesliga è furioso. La squadra sorprende fin dalla prima giornata (vittoria in trasferta contro il più blasonato Werder Bremen) e invece di lottare per la salvezza sfiora la prima metà della classifica. Hinteregger è tra i leader del gruppo e viene nominato tra i migliori difensori della lega. L’anno dopo però la tendenza s’inverte e la lotta per non retrocedere, feroce, coinvolge anche l’Augsburg. Dopo l’ennesima bruciante sconfitta casalinga, il difensore si lascia andare ai microfoni della televisione BR a commenti poco signorili sul suo allenatore Manuel Baum e viene spedito in tribuna a tempo indeterminato. Con ancora tre anni e mezzo di contratto, la situazione è tutt’altro che allettante. Il direttore sportivo dell’Augsburg, Stefan Reuter – che qualcuno probabilmente ricorderà alla Juventus o nella Germania campione del mondo nel 1990 –, è un pittbull che non ama le teste calde.
A salvare l’austriaco intristito dall’oblio calcistico è proprio Adi Hütter, che ora allena il sorprendente Eintracht di Francoforte e che a gennaio 2019 ottiene il suo ex giocatore in prestito e lo inserisce in una squadra giovane e vincente. Hinteregger diventa titolare inamovibile e guida la squadra in una cavalcata fino alle semifinali di Europa League, segnando lungo il percorso anche un gol.
Il 2 e il 9 maggio 2019 l’Eintracht sfida i favoriti del Chelsea per l’accesso alla finale e, lottando con i pugni e con i denti, non si fa mettere mai sotto. È la squadra dei talenti slavi, due serbi e un croato: Luka Jović segna continuamente, mentre i compagni Filip Kostić e Ante Rebić lottano come assatanati su ogni pallone come se ne dipendesse il destino delle loro vite. Proprio Jović segna nel match d’andata e soltanto un bel gol di Pedro regala il pareggio agli inglesi. Al ritorno a Londra è di nuovo 1-1, con reti di Loftus-Cheek, su assist di Hazard, a cui risponde ancora Jović, sempre lui. Si va ai rigori e la squadra di Londra è spietata. Un solo errore dal dischetto, contro due dei tedeschi, di Gonçalo Paciência e proprio di Hinteregger. Il sogno è finito.
La foto della serata rimane nei cuori e negli occhi di tutti: ed è una fotografia che mette i brividi.
La curva dell’Eintracht abbraccia letteralmente il difensore austriaco in lacrime e lo elegge a proprio paladino, consolandolo per l’errore. Martin è tra i migliori in campo.
Nell’estate del 2019 l’Augsburg si riprende il difensore a fine prestito e inizia il braccio di ferro tra Reuter e Fredi Bobić, direttore sportivo dell’Eintracht, che vorrebbe acquistare Hinteregger a titolo definitivo, ma non alle condizioni proibitive che l’altro dirigente vorrebbe imporre. Martin ci mette del suo per dirimere la questione.
D’altronde, una testa calda non diventa d’improvviso ragionevole.
Durante un allenamento con la nazionale austriaca, il difensore trova il modo di scappare dal ritiro e di intrufolarsi una festa, dove beve fino a star male. Multe, sospensioni, rimproveri. La stampa lo dipinge come un bad boy, lui dice di essere provato dalle critiche continue e dal tira e molla mediatico a cui è sottoposto. Che lo lascino andare a Francoforte, quella è la sua destinazione. L’ennesima polemica montata dal giornale scandalistico «Bild» getta ulteriore benzina sul fuoco: l’autore del pezzo commenta con spregio una fotografia che ritrae Hinteregger durante il ritiro estivo dell’Augsburg, con in spalla una borsa sportiva il cui logo, quello di un’aquila, sembra proprio quello dell’Eintracht. In realtà è il logo della nazionale austriaca, ma lo strappo con la società è tale che Reuter accetta di vendere il giocatore ai rivali rossoneri pur di toglierselo dai piedi.
Martin Hinteregger festeggia il trasferimento a modo suo: scappando dal ritiro dell’Eintracht e lasciandosi andare a una notte di follie, tra donne e alcol.
Fredi Bobić e Adi Hütter chiudono un occhio, ma fanno capire che sarà l’ultima volta.
Nel campionato in corso, nonostante le prestazioni e i risultati altalenanti della squadra, il difensore è il perno della difesa e mostra il suo calcio migliore, con ben cinque gol nelle prime quattordici partite, tra campionato ed Europa League, dove con la squadra supera la difficile fase a gironi ed evita l’eliminazione a opera dell’Arsenal.
Martin Hinteregger è felice, finalmente ha trovato una nuova casa.
Quanto durerà l’idillio, però, non è dato sapere: una vaga idea di quel che potrebbe succedere è soltanto nella testa di uno dei calciatori più talentuosi che l’Austria abbia sfornato: peccato che quella testa non solo sia calda, ma addirittura bollente.