dal nostro inviato Gianvittorio Randaccio
È da qualche tempo che ho un sospetto segreto, e cioè che Ignacio Pussetto non sia Ignacio Pussetto, ma bensì Novak Djokovic. Basta accostare le foto dei due per rendersi conto della loro estrema somiglianza, anche se le schede dei due giocatori dicono che Pussetto è alto un metro e ottanta e pesa 74 chili, mentre Djokovic è alto un metro e ottantotto e pesa 77 chili. Ho cercato delle informazioni on line ma nessuno sembra essersi accorto di questa cosa, e non è facile se stabilire se qualcuno li abbia potuti vedere almeno una volta nello stesso posto e alla stessa ora per confutare ogni dubbio. Certo, deve essere dura per un giocatore di tennis essere contemporaneamente l’attaccante dell’Udinese, correndo da una parte all’altra del mondo per giocare, chessò, Udinese-Verona quando solo poche ore prima magari eri a Pechino per un torneo internazionale. E uno potrebbe anche chiedersi come, se sei Novak Djokovic, leggenda multimilionaria del tennis, ti possa venire in mente di fingere di essere Ignacio Pussetto, simpatico calciatore argentino mai veramente esploso, ma chissà, la gente è strana e magari Djokovic prova un tale piacere nel giocare alla Dacia Arena che ha messo su tutto questo assurdo e inverosimile teatrino nonostante gli renda la vita un bel po’ complicata.

Ieri c’era Inter-Udinese e avrei visto volentieri Pussetto per cercare delle conferme a questa mia bizzarra idea ma, guarda un po’, Pussetto non c’era, pare per un infortunio, mentre Djokovic era a Parigi per il ritorno al tennis giocato dopo il k.o. agli Us Open. Mi è sembrata una strana coincidenza, e una volta di più mi sono detto che è evidente che se Djokovic è a Parigi per un torneo non può essere a San Siro per giocare contro l’Inter. Pussetto, tra l’altro, avrebbe fatto comodo all’Udinese l’altro giorno, soprattutto nel secondo tempo, quando il Tucu Correa in pochi minuti ha segnato una doppietta e all’Udinese sarebbero servite forza fresche per cercare di rimontare, magari con l’estro e i guizzi di questo argentino tecnico e veloce. E invece no, Pussetto non c’era, forse era a Parigi, e Deloufeu non è riuscito a risollevare le sorti dell’incontro che, alla fine, ha visto prevalere l’Inter in scioltezza.
È stato difficile, per me, vedere la partita, devo ammetterlo, per poter poi fare la solita cronaca dettagliata: questo infelice orario dell’anticipo della domenica, infatti, mi ha costretto a tenere il computer in bilico tra il tostapane e il bollitore, mentre pestavo l’avocado per il guacamole e poi tagliavo le zucchine per una veloce pasta da mangiare a pranzo. A questo proposito, mi chiedo se DAZN e la lega calcio non possano fare qualcosa per i poveri tifosi cuochi come me, che alle dodici e mezza di una qualunque domenica non possono godersi una partita in santa pace: sarebbe bello, magari, farmi arrivare una pizza intorno alla una e un quarto, quando c’è l’intervallo, oppure pensare a un robusto brunch in tarda mattinata per non soffrire la fame durante la partita o anche a un paio di panini da mangiare sul divano, facendo attenzione a non sbriciolare. Oppure, e forse sarebbe la cosa più facile, togliere questo benedetto anticipo delle dodici e trenta, che mi sembra una delle tante e inutili idee per promuovere un gioco che non ha nessun bisogno di essere promosso.
Inter-Udinese 2-0
Correa 60’, 68’.