di Gianvittorio Randaccio
Io, lo dico con grande modestia, un paio di mesi fa ho cominciato a leggere I fratelli Karamàzov. Un libro grande, in tutti i sensi, in una vecchia edizione in tre volumi; un libro pieno di personaggi, situazioni, dialoghi, digressioni, allucinazioni che ti cattura ma un po’ anche ti respinge, con quella mole lì e quello sguardo sugli uomini così forte e profondo che un po’ ti mette a disagio. Ho provato perciò un grandissimo piacere quando, qualche giorno fa, proprio mentre affrontavo l’incontro tra il povero Smerdiàkov e il tenebroso Ivan Karamàzov, ho ricevuto la quarta uscita del catalogo della benemerita POCOlibri, sottile creatura editoriale dell’inattuale (e volante) Carlo Martinelli. Libretti esili, eleganti, che nascondono una cura artigianale di pregio, vero e forse unico antidoto alla spazzatura immateriale che impera oggi. E che, se uno è impegnato in una lettura infinita e perigliosa, può rappresentare una pausa imprevista e rigenerante.

Il POCOlibro numero 4, dicevo, si chiama L’ho visto per te, nonno ed è opera di Gianfranco Mattera: è una delicata storia di formazione che racconta del rapporto tra un bambino e suo nonno, uniti dall’amore per il Napoli, per Maradona e per il calcio, sullo sfondo di una Ischia poco à la page e molto pasoliniana. Certo, non di solo Maradona è fatto il rapporto tra nonno e nipote, ma qui si riassume, via, e comunque il calcio non è un accessorio in questa breve storia, per niente; è lo stesso Mattera, a un certo punto, a dirlo chiaramente: «Il gioco del calcio in questo assomiglia alla vita: si danno e si ricevono colpi, la differenza la fa lo stile e l’educazione», che è una frase che descrive come meglio non potrebbe quello che il pallone, se raccontato nella maniera giusta, è in grado di insegnare. E Mattera ha una voce calma, levigata, che racconta le cose con garbo e cuore.
Gli altri POCOlibri (che potete scoprire meglio qui) non sono da meno, va da sé, e il consiglio è quello di farne incetta, se ancora ve ne fossero copie disponibili. Non si sa mai, magari vi può prendere improvvisamente anche a voi la voglia di leggere I fratelli Karamàzov e avere sottomano la possibilità di staccare un po’ non vi sembrerà per niente un’idea malvagia.