Il campionato in panchina_Piacenza-SüdTirol

dal nostro inviato Emiliano “el buitre” Fabbri

Francesco De Gregori aveva ragione, un calciatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. Ma ogni tanto anche i freddi numeri spiegano chi hai di fronte. E questa domenica abbiamo davanti nientepopodimeno che il Fussball Club Südtirol, o più semplicemente Südtirol-Alto Adige, per gli amici Südtirol. È domenica 27 febbraio 2022, e a le 5 y media de la tarde si gioca la ventinovesima giornata del girone A di Serie C, dove il Südtirol ci arriva da imbattuto. Unico caso non solo in Italia, bensì in Europa! Tanto per non farsi mancare niente sono anche la migliore difesa del continente, con appena 6, dicasi sei, gol subiti. Oggi hanno dieci punti sulla seconda, ovvero il Padova, che tre ore prima di noi ha battuto la Pro Sesto e si è ravvicinata. Ma al Garilli l’arbitro Di Cairano deve ancora fischiare il calcio d’inizio. A proposito, l’arbitro è di Avellino, dove 273 giorni addietro il Südtirol subì l’ultima sconfitta conosciuta…

Conti alla mano ci guardiamo in faccia, e ci chiediamo come si possa battere una corazzata così. Ma ci chiediamo anche come si possa segnare a una difesa così. Quando vediamo sfilare i giocatori per il riscaldamento capiamo che per superarli non dobbiamo metterla sul fisico. Le nostre però sono facce serene, perché con queste premesse tutto ciò che arriva potrebbe essere di guadagnato. È così che iniziamo la partita. Con serenità. Senza correre rischi. Ordinati e coperti, ma anche andando a pizzicare i guanti di saracinesca Jack Poluzzi. Dirimpettaio del nostro Nick Tentori, al suo esordio stagionale due giorni dopo aver festeggiato i suoi beati ventidue anni. Ma stasera, tra i due, il protagonista è SuperNick, che prende quello che deve prendere, esce a prendere quello che non prendono gli altri, e se proprio il pallone non lo riesce a prendere, lo devia quel tanto che basta a far disperare i sudtirolesi. Ma poi mi viene in mente una frase di Johan Cruyff, quando diceva che «il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano». E me la fa ricordare Simone Rabbi, uno che un gigante non è, ma la testa la usa per ragionare, e oggi anche per segnare. Quando vede Tino Parisi, un altro piccoletto della banda Scazzola, pronto a far partire il traversone dalla sua fascia destra prediletta, pensa che no, di certo non può andare a fare la battaglia aerea con difensori la cui media altezza supera i centonovanta centimetri, e allora quella palla scagliata dal buon Tino da Siracusa la va a colpire in fase ascendente, anticipando i giganti tirolesi, e beffando il suo compaesano bolognese Poluzzi.
Un flashback mi porta indietro di quasi quarant’anni, quando quello stile lo ammiravo sulla testa del bomber Roberto Pruzzo, un non gigante come il nostro Simone, che però aveva come specialità della casa proprio il colpo di testa. Questo ricordo però me lo tengo per me, perché pochissimi in panchina conoscono O Rey di Crocefieschi, ma tutti oggi conoscono Simone Rabbi! La partita continua con la stessa serenità con cui è stata approcciata. Il Südtirol prova a evitare la prima sconfitta annuale, ma noi stiamo li. Li nel mezzo. A difenderci ordinati e pizzicarli in contropiede. Senza mai arroccarci, e senza perdere la testa. Ecco. La testa. Quella di Rabbi ci ha portato in vantaggio, quella di tutti noi ci conduce alla vittoria. Una vittoria figlia delle serenità. Anzi, sarebbe meglio dire, della serendipità.

P.S.: quando Di Cairano suona i tre fischi, l’abbraccio più forte è per Nicola Barasso. Oggi la vittoria è dedicata a lui…

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