Il presidentissimo (l’avventura dei Cervi continua)

di Matteo Colombo

Il secondo capitolo del Quaderno del calcio serio del vecchio Bernardo inizia con un titolo: “Parco Fantoni: il presidente”.
Si racconta la rinascita dei Cervi, la squadra di Cervetto sul Po, che era andata in malora al termine della stagione 1976-’77, con quegli undici fratelli che giocavano solo di testa.
Due anni dopo si aprì l’era del presidentissimo.
Il sottotitolo del nostro cronista strapaesano recita così: “cherchez la femme”. E la donna è presto trovata cioè la signora Giulia, moglie del Parco.scopa2
Il primo gennaio del 1978 Fantoni si era svegliato tardi, verso mezzogiorno, con la bocca impastata di anice e quintali di cotechino e lenticchie che gli ribollivano nello stomaco. Lui non ci voleva andare al veglione del Circolo Sociale perché sapeva che, con il suo reflusso gastroesofageo, ci avrebbe messo una settimana a riprendersi dalla mangiatona. Con gli occhi cisposi tastò la parte di materasso alla sua sinistra: era fredda. Sua moglie si era già alzata. La chiamò ma non gli uscì che un rantolo e, comunque, non ottenne risposta. Capì di essere rimasto solo in casa.
Si levò dal letto portandosi appresso la pancia molle, si stiracchiò le braccia e restò per un attimo fermo, come per capire dove si trovasse. Vide la sua giacca blu, che aveva indossato alla festa, e il vestito con le paillettes della signora Giulia gettati alla rinfusa sulla sedia. Li portò controluce e cercò di spazzolarli passandovi la mano lungo le pieghe. Sotto la montagna di indumenti scoprì un altro abito della moglie: il tailleur cachi che portava a Natale. E su di una spallina del tailleur mise a fuoco – prima distrattamente poi con sguardo scientifico – il crine di un cavallo. Continua a leggere “Il presidentissimo (l’avventura dei Cervi continua)”

I Cervi che giocavano solo di testa

di Matteo Colombo

Perché li chiamino i Cervi nessuno se lo ricorda. Anche se il vecchio Bernardo, il grande saggio del calcio provinciale, dice che non c’entri niente con il nome del nostro paese, quel Cervetto sul Po che sorge a quaranta chilometri da Milano e che qualcuno, in certe mappe, si ostina a riportare attaccato: Cervettosulpo. Anzi, Bernardo ha una teoria che occupa le prime cinque pagine scritte a mano del suo misterioso Quaderno del calcio serio, una bibbia del fùtbal che ancora oggi non ci ha mai fatto né leggere, né vedere.

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L’origine dell’appellativo risalirebbe alla prima formazione nata a Cervetto nel lontano 1976: undici ragazzoni, tutti più alti di 1 metro e 80, che giocavano soltanto di testa, colpendo il pallone con imperiosi stacchi aerei e incornate degne di un branco di cervi maestosi e fieri, pronti a difendere la propria porta a suon di capocciate. All’epoca militavano in Prima Categoria e arrivarono penultimi superando di una lunghezza la squadra dei Vivaisti sorta all’interno del Vivaio di Brandi Moreno & Figli, vero e proprio paradiso delle piantine di pomodoro da serra, i cui operai nutrivano una passione sfrenata più per lo sport che per la terra.
A fine campionato i Cervi si ritirarono da qualsiasi competizione per due anni, sino all’avvento del presidente Parco Fantoni, milanista senza scrupoli, fondatore dell’omonima azienda agricola contoterzista, che portò la società a raggiungere successi insperati. Ma di questo vi racconterò un’altra volta. Continua a leggere “I Cervi che giocavano solo di testa”