di Gianvittorio Randaccio
Diciamoci la verità, da quando Katoooo ha vinto la seconda edizione del Fantalozza, il campionato ha perso un po’ di interesse, tanto che alla Disparition c’è stato un generale rilassamento, forse un modo per ricaricare le batterie in vista della coppa, unico obiettivo stagionale rimasto a disposizione. Io stesso, il mister, ho tolto un po’ il piede dall’acceleratore, concedendomi qualche ora di riposo, staccando la spina e concedendomi ore di tranquillità e ristoro, immergendomi nella lettura. E allora ho ripreso in mano Il più mancino dei tiri, uno stravagante libro in cui Edmondo Berselli parla di calcio, politica, musica, società e filosofia, dipingendo in maniera beffarda e disincantata il ritratto del suo tempo. Lo fa a braccio, andando a memoria, senza documentarsi, chiedendo al lettore di avere fiducia e confidando nella sua formidabile vena affabulatoria, che diverte e affascina nello stesso tempo («Questo libro nasce e vive, se vive, in base a una convenzione: quella di non consultare nulla, né un repertorio né un articolo di giornale, non una voce d’enciclopedia e nemmeno un dizionario, la grafia di un nome o una data. Se il gentile lettore ci crede, bene. Se no, se fa il sospettoso, peggio per lui» scrive Berselli all’inizio).

Per la partita con i Lukitos Lokos ho preso spunto proprio da quest’idea, andando a memoria, cercando di ricordarmi in qualche modo la formazione dei miei avversari e dando così indicazioni un po’ fuorvianti ai miei giocatori. Ho detto a Smalling, per esempio, che la punta dei Lokos poteva essere Gervinho e che Belotti non avrebbe sicuramente giocato, per via del Covid. Anche a Zapata ho detto di stare tranquillo, a Montipò avrebbe segnato tranquillamente a occhi chiusi. Insomma, fidandomi dei miei ricordi ho creato parecchia confusione e i risultati sono stati disastrosi: i Lokos ci hanno fatto a fettine, prendendoci a pallonate con Morata e Soriano, mentre i miei giocatori vagavano per il campo senza sapere cosa fare. La beffa più atroce, poi, il vero tiro mancino, è stato il gol di Mancini, per l’appunto, che già all’andata ci aveva castigato nella stessa maniera, con un colpo di testa in mezzo all’area.
Desolato e colpevole, alla fine della partita ho guardato Ciccio Caputo e gli ho detto sommessamente: «Nomen omen, era destino che finisse così». Lui mi ha guardato e, sbuffando, è tornato negli spogliatoi, con lo sguardo di chi non ha capito poi tanto bene…
Lukitos Lokos – La Disparition 3-0 (82.5-65)
Lukitos Lokos
Donnarumma, Cuadrado, Pezzella, Mancini, Barak, Freuler, Kulusevski, Soriano, Gyasi, Morata, Quagliarella
La Disparition
Consigli, Dimarco, Nuytinck, Smalling, Strootman, Mkhitaryan, Malinovskiy, Viola, Pasalic, Caputo, Zapata