La Disparition – Il fantacalcio senza la “e” #22

di Gianvittorio Randaccio

Diciamoci la verità, da quando Katoooo ha vinto la seconda edizione del Fantalozza, il campionato ha perso un po’ di interesse, tanto che alla Disparition c’è stato un generale rilassamento, forse un modo per ricaricare le batterie in vista della coppa, unico obiettivo stagionale rimasto a disposizione. Io stesso, il mister, ho tolto un po’ il piede dall’acceleratore, concedendomi qualche ora di riposo, staccando la spina e concedendomi ore di tranquillità e ristoro, immergendomi nella lettura. E allora ho ripreso in mano Il più mancino dei tiri, uno stravagante libro in cui Edmondo Berselli parla di calcio, politica, musica, società e filosofia, dipingendo in maniera beffarda e disincantata il ritratto del suo tempo. Lo fa a braccio, andando a memoria, senza documentarsi, chiedendo al lettore di avere fiducia e confidando nella sua formidabile vena affabulatoria, che diverte e affascina nello stesso tempo («Questo libro nasce e vive, se vive, in base a una convenzione: quella di non consultare nulla, né un repertorio né un articolo di giornale, non una voce d’enciclopedia e nemmeno un dizionario, la grafia di un nome o una data. Se il gentile lettore ci crede, bene. Se no, se fa il sospettoso, peggio per lui» scrive Berselli all’inizio).

Per la partita con i Lukitos Lokos ho preso spunto proprio da quest’idea, andando a memoria, cercando di ricordarmi in qualche modo la formazione dei miei avversari e dando così indicazioni un po’ fuorvianti ai miei giocatori. Ho detto a Smalling, per esempio, che la punta dei Lokos poteva essere Gervinho e che Belotti non avrebbe sicuramente giocato, per via del Covid. Anche a Zapata ho detto di stare tranquillo, a Montipò avrebbe segnato tranquillamente a occhi chiusi. Insomma, fidandomi dei miei ricordi ho creato parecchia confusione e i risultati sono stati disastrosi: i Lokos ci hanno fatto a fettine, prendendoci a pallonate con Morata e Soriano, mentre i miei giocatori vagavano per il campo senza sapere cosa fare. La beffa più atroce, poi, il vero tiro mancino, è stato il gol di Mancini, per l’appunto, che già all’andata ci aveva castigato nella stessa maniera, con un colpo di testa in mezzo all’area.

Desolato e colpevole, alla fine della partita ho guardato Ciccio Caputo e gli ho detto sommessamente: «Nomen omen, era destino che finisse così». Lui mi ha guardato e, sbuffando, è tornato negli spogliatoi, con lo sguardo di chi non ha capito poi tanto bene…

Lukitos Lokos – La Disparition 3-0 (82.5-65)

Lukitos Lokos
Donnarumma, Cuadrado, Pezzella, Mancini, Barak, Freuler, Kulusevski, Soriano, Gyasi, Morata, Quagliarella

La Disparition
Consigli, Dimarco, Nuytinck, Smalling, Strootman, Mkhitaryan, Malinovskiy, Viola, Pasalic, Caputo, Zapata

Natale volante #2

Come ogni rivista che si rispetti, anche il Portiere volante consiglia alcuni libri da mettere sotto l’albero, oppure da mettere più in alto, come decorazioni sui rami, assecondando la propensione al volo di ogni portiere che si rispetti.

Emiliano “El Buitre” Fabbri

Per Natale è sempre consigliato regalare libri, per un Natale speciale libri sportivi, ma per un Natale Volante solo libri sportivi eccezionali! I miei? Due libri che ci portano indietro negli anni Ottanta.maradona
Il primo: Maradona è amico mio di Marco Ciriello (66tha2nd, 2018), inizia quando Sua Maestà Dieguito arriva a Napoli e l’autore lo assurge a suo idolo personale dopo che i suoi avi hanno avuto in dote Di Stefano prima e Sivori poi. Nell’ombra di Maradona racconta la sua storia, quella di una Napoli bella e impossibile, ed ovviamente quella del Pibe de Oro. Il più grande calciatore di tutti i tempi.
Il secondo: Italia-Brasile 3 a 2 di Davide Enia (Sellerio, 2010), dura novanta minuti più recupero e nasce come un monologo teatrale. Dal fischio di inizio alle cinco de la tarde alla parata di Zoff su Oscar. enia
Era il 5 luglio 1982 e le immagini dal Sarria di Barcellona arrivarono in diretta sul televisore a colori appena acquistato per l’occasione e messo come un focolare nel soggiorno di una casa palermitana, ove tutta la famiglia allargata era pronta ad “affrontare” la partita. Davide Enia ci racconta come quella famiglia ha giocato la sua partita, al Sarria come nella vita.

Gianni Agostinelli

Red or Dead di David Peace (trad. di P. Formenton, Il Saggiatore, 2014) racconta la fusione di un uomo, dei suoi ideali, della sua visione con il Liverpool Football Club. redDavid Peace ripercorre con un romanzo il sogno e il progetto di Bill Shankly nel momento in cui questi si cuciono perfettamente con la gente di Liverpool, dando inizio ad una leggenda. E lo fa con un ritmo incalzante di tamburi, in cui gli obiettivi sportivi si sommano, si mescolano negli anni e nelle stagioni, totalizzando la vita di un manager, dedicata ad una causa, ad una missione, dedicata, prima di tutto, agli altri.

El Pampa

Testardi Senza Gloria di Marco Muscarà, Daniele Carboni e Giovanni Romano (edizioni Efesto, 2019). testardiSe cercate le ultime prodezze dei bomber, le parate dei portieri oppure le storie delle veline, non è il libro che fa per voi. Se volete una serie di novelle su quegli atleti sotto la luce dei riflettori per pochi istanti, godendone di riflesso per via della cronaca oppure perchè le luci, loro malgrado, si sono spente, ecco che il volume deve arrivare sotto il vostro albero. Si farà apprezzare perchè si potranno conoscere realtà che, per tanti motivi, non riempiranno più le prime pagine dei giornali e che, invece, è un peccato dimenticare.

Gianvittorio Randaccio

Il più mancino dei tiri, di Edmondo Berselli (Il Mulino, 1995, poi Mondadori, 2006) berselliè una raccolta di aneddoti prodigiosa, scritta con una lingua viva e guizzante, tanto che sembra di averlo davanti, il Berselli, che conversa con te davanti a un aperitivo e due olive. Sembra che Il più mancino dei tiri sia stato scritto a memoria, senza preoccuparsi di controllare fonti e citazioni: perché sono tutti bravi a scrivere dei libri con dei libri davanti, è la memoria che conta, quello che non ci ricordiamo non esiste, se non ci è rimasto impresso non vale la pena di essere citato. Berselli si muove come un fuoriclasse tra calciatori, politici, scrittori, cantanti dando vita a un affresco più vivo e realistico di un saggio di sociologia. Tra il dribbling inziale di Mario Corso e la conclusione dell’azione si ride, si pensa e si impara leggendo, ma soprattutto si ammira la classe di Berselli, tanto che il più mancino dei tiri si trasforma ben presto nel più mancino dei libri.

 

 

Libri volanti #7 – Il più mancino dei tiri

di Gianvittorio Randaccio

Avere scoperto questo libro solo a quarantré anni mi sembra una colpa espiare nei modi più crudeli. Chissà com’è successo che, con tutte le cose sul calcio che ho letto, questo piccolo libriccino, in questa bellissima edizione tascabile Il Mulino, mi sia sempre sfuggito? mancinotiri
Ma ho recuperato, e adesso posso rileggerlo quando voglio, godendomi questa raccolta di aneddoti prodigiosa, scritta con una lingua viva e guizzante, che sembra di averlo davanti, Berselli, che conversa con te davanti a un aperitivo e due olive. Berselli sembra abbia scritto Il più mancino dei tiri a memoria, senza preoccuparsi di controllare fonti e citazioni: perché sono tutti bravi a scrivere dei libri con dei libri davanti, è la memoria che conta, quello che non ci ricordiamo non esiste, se non ci è rimasto impresso non vale la pena di essere citato. Berselli si muove con un’intelligenza inimmaginabile tra calciatori, politici, scrittori, cantanti dando vita a un affresco più vivo e realistico di un saggio di sociologia. Tra il dribbling inziale di Mario Corso e la conclusione dell’azione si ride, si pensa e si impara leggendo, ma soprattutto si ammira la classe di Berselli, tanto che il più mancino dei tiri si trasforma ben presto nel più mancino dei libri.

Edmondo Berselli, Il più mancino dei tiri, Il Mulino, 1995