Ciao_L’Italia del Novanta_29 giugno

di Antonio Gurrado

29 giugno 1990

Il quarto giorno di riposo del Mondiale è utile a fare il punto sulle schedine. Il Totocalcio ha avuto una rilevanza fondamentale nell’evoluzione del rapporto fra il popolo italiano e il comitato organizzativo, tanto che la scelta del nome della mascotte – l’omino stilizzato dagli arti tricolori e con la testa nel pallone – è stato destinata a un complicato concorso a eliminazione che figurava, di settimana in settimana, come quattordicesimo risultato possibile nel corso dei concorsi totocalcistici a fine campionato ’88-’89. Ad esempio, nel concorso n. 36 del 1989 (partite del 30 aprile), giusto sotto Afragolese-Kroton, si trovava una quattordicesima riga che recava la scritta “Italia 90” e di fianco, in luogo delle prime tre colonne da compilare, l’alternativa fra i due nomi in ballottaggio; alla quarta colonna della schedina, che abitualmente veniva compilata solo dai sistemisti più perversi, corrispondeva invece nella quattordicesima riga l’unico 1-X-2 su cui indicare la propria preferenza (o indifferenza, se X) fra le due alternative proposte.

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La mascotte di Italia 90 è infatti nata adespota. Presentata dal pubblicitario veneto Lucio Boscardin ben cinque anni prima dell’inizio dei Mondiali, il Col l’ha selezionata già nel 1986 fra migliaia di proposte ma non l’ha battezzata. Dopo di che alcune prestigiose agenzie pubblicitarie italiane hanno proposto una rosa di possibili nomi che sono stati sottoposti al grande pubblico tramite una corposa indagine demoscopica in tutta Italia. Ne sono stati selezionati cinque, che si sono incontrati per undici concorsi del Totocalcio in una serie di confronti diretti a due a due: Amico, Beniamino, Bimbo, Ciao e Dribbly, elenco che fa sospettare che nel sondaggio fosse andato perso il foglio con le voci dalla E alla Z. Ha vinto Ciao, unica parola di cui tutti i votanti conoscessero il significato.

Per il Mondiale sono state tuttavia preparate delle specifiche schedine, con regole apposite. Il concorso n. 43 del 1990 (partite dall’8 giugno) era una normale schedina se non per lo sdoppiamento di alcune partite. Infatti, fino all’entrata in vigore della schedina successiva a metà settimana (concorso n. 44 del 1990, partite dal 13 giugno), trascorrevano soltanto quattro giorni in cui si sarebbero giocate otto partite; per ottenere tredici risultati, si chiede agli scommettitori di esprimersi anche sui risultati di cinque primi tempi: Argentina-Camerun, Italia-Austria, Emirati Arabi-Colombia, R.F. Germania-Jugoslavia e Inghiltera-R. Irlanda.

s-l400 (1)Stratagemma simile nei due concorsi successivi, salvo che quando si arriva al concorso 46 del 1990 (partite del 7-8 luglio), in schedina ci sono solo due partite: la finale per il terzo posto e la finalissima per il primo. Un po’ poco per cavarne tredici risultati. Gli organizzatori ci riescono comunque, dietro la minaccia stampatella “ATTENZIONE! Vedere istruzioni retro scheda” che si trova nella parte basa della schedina, unitamente a quattro note esplicative che servono a identificare le squadre inserite nel concorso. Infatti, non essendosi ancora concluse le partite a eliminazione, la schedina fa vaghi riferimenti alla Finalista X e alla Finalista Y, che le due note a pie’ di schedina identificano nelle vincenti rispettivamente della Semifinale A-B e della Semifinale C-D, nonché alla Finalista Z e alla Finalista K, che gli esegeti identificano nelle perdenti rispettivamente della Semifinale A-B e della Semifinale C-D.

Fin qui, tutto facile. Il problema è che le partite restano comunque due e i risultati da indovinare sono tredici. Come si fa? In questo modo. Primo risultato, Finalista X-Finalista Y (primo tempo) 1-X-2. Secondo risultato, Finalista X-Finalista Y (90° minuto) 1-X-2. Terzo risultato, Numero di gol segnati nei 90’ 1-X-2. Quarto risultato, Conclusione partita 1-X-2. Quinto risultato, Numero giocatori sostituiti nei 90’ 1-X-2. Sesto risultato, Numero gol segnati (primo tempo) 1-X-2. Identico schema per la partita fra la Finalista Z e la Finalista K, e così si arriva a dodici. Resta comunque un tredicesimo risultato da escogitare in qualche modo, e il Totocalcio se la cava così: tredicesimo risultato, Numero rigori assegnati nei 90’.

Per quanto la schedina sia facilmente compilabile con l’aiuto di un ingegnere gestionale e di un astrofisico, il deputato del Movimento Sociale Italiano Franco Franchi (non quel Franco Franchi, un altro) presenta un’interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Finanze perché la schedina Totocalcio del concorso 46 contempla combinazioni impossibili. Ad esempio, se nel secondo risultato viene indicato il risultato X, ossia il pareggio ai tempi regolamentari, nel quarto risultato non si può indicare il risultato 1, ossia la vittoria della Finalista X entro il novantesimo. Il deputato Franco Franchi fa notare che il computer che genera sistemi automatici da proporre agli scommettitori considera i tredici risultati della schedina come variabili indipendenti, non correlate fra loro; pertanto il computer del Totocalcio ha generato sistemi precompilati che presentano combinazioni impossibili a realizzarsi, e nelle ricevitorie sono in vendita numerose schedine sicuramente perdenti.

Gli italiani le comprano.