Ciao_L’Italia del Novanta_6 luglio

di Antonio Gurrado

6 luglio 1990

Il settimo e ultimo giorno di riposo dei Mondali è utile a fare il punto sul futuro, incompiuto al momento in cui scrivo. L’Inghilterra tornerà alla civiltà. La bella prova offerta dalla nazionale e il fair play di una maggioranza di tifosi, che ha costretto in assetto antisommossa buona parte delle città italiane in cui sono passati, vale la riammissione delle società inglesi alle coppe europee, da cui erano state squalificate cinque anni prima a seguito della mattanza dell’Heysel. manchester-coppacoppe-1990-91-wp-777x437Già l’anno dopo ricorderanno di che pasta sono fatte vincendo la Coppa delle Coppe col Manchester United; passo dopo passo, diventeranno l’eldorado del pallone, scippando a quello italiano il titolo di campionato più bello del mondo e colonizzando i quattro posti da finalista nelle due coppe europee residue durante l’ultima stagione calcistica normale. Un tentativo di porre un freno alla continentalizzazione del calcio inglese, o forse di ribadire politicamente la supremazia dell’isola (non è chiaro), verrà portato avanti con una consultazione popolare che stabilirà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, nella quale era entrata a patto di conservare la propria moneta, i propri confini e la guida dal lato giusto della strada.

L’Argentina sarà Maradona fino a che non diventerà Papa Francesco. Nel dettaglio, la nazionale si aggrapperà all’idolo anche durante i successivi Mondiali, vedendolo poi bandito per un controllo antidoping dov’era stato accompagnato mano nella mano da una pingue infermiera di Foxborough, Massachussets. Il resto della storia calcistica del paese verrà trascorso nel tentativo di trovare un sostituto all’altezza del diez: Ortega, Riquelme, d’Alessandro, Saviola e Aimar sono i principali nomi della Spoon River, fino a culminare in Leo Messi, il quale non si rivelerà capace né di vincere un Mondiale (nel 2014 l’Argentina ritroverà in finale la Germania) né di usare adeguatamente le mani; i maligni maligneranno che l’unica cosa veramente in comune fra i due campioni sia la cartella esattoriale, battuta di cui non capisco il senso e da cui mi dissocio immediatamente. Il trono rimasto vacante causerà una delle più gravi crisi economiche della storia, che avrà l’effetto di equiparare il valore dei bond argentini a quello degli eredi di Maradona. Continua a leggere “Ciao_L’Italia del Novanta_6 luglio”

Non si ammazzano così i campionati

di Silvano Calzini

Alfred Hitchcock non avrebbe potuto fare di meglio. L’ultima giornata della Premier League 2011-12 è stata da brivido, con il Manchester City che al novantesimo perdeva in casa con il Queen Park Rangers e stava gettando alle ortiche un titolo che aspettava da quarantaquattro anni. Poi con due gol nei minuti di recupero gli uomini di Mancini hanno capovolto la situazione e si sono portati a casa la Premier grazie alla migliore differenza reti sui cugini dello United. mancity-1«Tutto molto bello» per dirla alla Bruno Pizzul. E avrebbe ragione. Però, come diceva quel politico italiano un po’ curvo che è mancato alcuni anni fa: «A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina». Sì, perché se dobbiamo raccontare l’ultima giornata della Premier League di quell’anno, allora raccontiamola tutta. Oltre al primo posto c’era in ballo anche la retrocessione, che coinvolgeva direttamente il QPR e il Bolton che giocava sul campo dello Stoke City.

Facciamo un po’ di cronaca. Alla fine del primo tempo il Bolton vince 2 a 1 ed è salvo perché il QPR sta perdendo a Manchester. Poi però nei primi venti minuti della ripresa capovolge clamorosamente il risultato. Adesso il QPR è salvo e si batte con le unghie e con i denti mentre invece il City annaspa ed è a un passo dal dramma. A tredici minuti dal termine però lo Stoke City pareggia e il Bolton affonda definitivamente. All’improvviso ai Rangers del Parco della Regina viene il latte alle ginocchia e si fanno infilare due volte nei minuti di recupero. Manchester City campione, QPR salvo e Bolton retrocesso. È venuto anche a voi qualche retropensiero? Ma dai, cosa andate a pensare. Siamo in Inghilterra, la patria del fair play e del God Save the Queen (Park Rangers?). Comunque, chi aveva qualcosa da dire non ha parlato allora e ha deciso di tacere per sempre. Continua a leggere “Non si ammazzano così i campionati”