La Disparition – Il fantacalcio senza la “e” #16

di Gianvittorio Randaccio

In questi mesi di pandemia ci siamo spesso trovati di fronte a giocatori e allenatori che, nel silenzio degli stadi vuoti, si sono lasciati andare a espressioni blasfeme per poi venire puniti, come se fossimo ancora nel Medioevo, con squalifiche, reprimende e articoli più o meno indignati sui giornali. 

Fa notizia, quindi, che il Real Catagna prenda una strada completamente diversa per cercare di uscire dalla crisi in cui è caduta fin dall’inizio della stagione: la strada della fede, della parola di Dio, dell’amore per il prossimo. Da fonti certe pare che nei giorni scorsi sia circolato nello spogliatoio del Real Catagna il testo della famosa enciclica di papa Francesco intitolata Lautaro si’, nella quale il papa argentino esalta il talento del suo connazionale ispirandosi alla famosa cantica di San Francesco. Fin dalle prime righe il messaggio è chiaro: «Lautaro sii, mi’ Signore, con tutte le tue segnature…» dice il papa, riferendosi al senso del gol di Lautaro Martinez, spronandolo a segnarne sempre di più, «con l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’azione offensiva», tenendo ben presente che «il gol è qualcosa di più che un problema da risolvere. È un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode». Lautaro ha preso subito sul serio le parole del suo papa connazionale, impegnandosi molto in allenamento e coinvolgendo anche molti suoi compagni, recitando appassionati rosari serali.

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Ciao_L’Italia del Novanta_6 luglio

di Antonio Gurrado

6 luglio 1990

Il settimo e ultimo giorno di riposo dei Mondali è utile a fare il punto sul futuro, incompiuto al momento in cui scrivo. L’Inghilterra tornerà alla civiltà. La bella prova offerta dalla nazionale e il fair play di una maggioranza di tifosi, che ha costretto in assetto antisommossa buona parte delle città italiane in cui sono passati, vale la riammissione delle società inglesi alle coppe europee, da cui erano state squalificate cinque anni prima a seguito della mattanza dell’Heysel. manchester-coppacoppe-1990-91-wp-777x437Già l’anno dopo ricorderanno di che pasta sono fatte vincendo la Coppa delle Coppe col Manchester United; passo dopo passo, diventeranno l’eldorado del pallone, scippando a quello italiano il titolo di campionato più bello del mondo e colonizzando i quattro posti da finalista nelle due coppe europee residue durante l’ultima stagione calcistica normale. Un tentativo di porre un freno alla continentalizzazione del calcio inglese, o forse di ribadire politicamente la supremazia dell’isola (non è chiaro), verrà portato avanti con una consultazione popolare che stabilirà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, nella quale era entrata a patto di conservare la propria moneta, i propri confini e la guida dal lato giusto della strada.

L’Argentina sarà Maradona fino a che non diventerà Papa Francesco. Nel dettaglio, la nazionale si aggrapperà all’idolo anche durante i successivi Mondiali, vedendolo poi bandito per un controllo antidoping dov’era stato accompagnato mano nella mano da una pingue infermiera di Foxborough, Massachussets. Il resto della storia calcistica del paese verrà trascorso nel tentativo di trovare un sostituto all’altezza del diez: Ortega, Riquelme, d’Alessandro, Saviola e Aimar sono i principali nomi della Spoon River, fino a culminare in Leo Messi, il quale non si rivelerà capace né di vincere un Mondiale (nel 2014 l’Argentina ritroverà in finale la Germania) né di usare adeguatamente le mani; i maligni maligneranno che l’unica cosa veramente in comune fra i due campioni sia la cartella esattoriale, battuta di cui non capisco il senso e da cui mi dissocio immediatamente. Il trono rimasto vacante causerà una delle più gravi crisi economiche della storia, che avrà l’effetto di equiparare il valore dei bond argentini a quello degli eredi di Maradona. Continua a leggere “Ciao_L’Italia del Novanta_6 luglio”