Un surrogato della Juventus

di Salvatore Bruno

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No io direi che prima di tutto va stabilito il carattere monocorde edonistico del suo amore, per lui l’amore è solo una fabbrica di piacere di felicità, lui si concede in modo totale ed è fedele solo se l’amata lo ripaga con la vittoria nel campionato di calcio serie A ma se l’amata si fa battere dall’Inter dal Milan dalla Roma e si fa escludere dalla lotta per lo scudetto lui si sente tradito e allora si ritrae e non perdona rifiuta di riconcedersi sino alla fine della stagione calcistica anzi fino all’inizio del nuovo campionato, ora bisognerebbe cercare di spiegare scoprire con quali storture psicologiche riesce a capovolgere la realtà cioè a convincersi che non è stato lui a ritrarsi ma l’amata ad abbandonarlo a respingerlo, questo è certo, nei periodi in cui deluso rompe con la Juventus allora non sopporta neppure che se ne pronunci il nome si rifiuta anche di leggerlo smette addirittura di comprare «Tuttosport» che è stampato nella città residenziale dell’amata e perciò si assume il compito di pubblicare quotidianamente minuziosi particolareggiatissimi bollettini che la riguardano, ecco se lo vedi di mattina e non ha «Tuttosport» in mano allora puoi scommettere non ci sono dubbi significa che con la Juventus ha già rotto è matematico e significa inoltre che si è già concesso o è sul punto di concedersi a una donna, per lui le donne sono solo un surrogato della Juventus, anche su questa verità non possono esserci dubbi la Juventus sua unica realtà sentimentale e le donne surrogato della Juventus ma della Juventus trionfante quella che vince sempre lo rende felice non lo tradisce quella che gli fa superare il disgusto l’orrore il disprezzo per la parola la sola he lo fa parlare, perché neanche con le donne parla e uso soltanto lo sguardo significativo? Perché con le donne surrogato della sua realtà sentimentale non può spendere impegnare la parola di cui si serve unicamente per esprimere gli autentici sentimenti quelli primari, col surrogato della Juventus si serve d’un surrogato della parola cioè del linguaggio degli occhi, è di una coerenza stomachevole mostruosa, con le donne lui non parla, guarda, cioè andiamoci piano, se si verificano queste due circostanze rottura dei rapporti con la Juventus e sospensione estiva del campionato se insomma è deluso o libero sentimentalmente disponibile, allora solo allora può succedere che guardi una donna o meglio permette a una donna di sperare aspettare d’essere guardata da lui […]

[pezzo tratto dalle pag. 26-27 de L’allenatore, di Salvatore Bruno, Baldini & Castoldi, 2003, pubblicato originariamente da Vallecchi nel 1963, un romanzo-monologo torrenziale e nevrotico che ha per sfondo il calcio, l’alienazione e l’amore.]