L’assicuratore

di Matteo Di Giulio

Chi non vive in Germania non sa cosa sia la German Angst, la paura tedesca. È come una malattia contagiosa e si riferisce al fatto che i tedeschi, cauti come sono, vogliono sempre avere tutto sotto controllo; e per farlo assicurano qualsiasi cosa. Non solo l’auto, la casa, la salute, ma anche la nonna, i cani, la bicicletta, la cantina o i libri di scuola dei bambini. Qualcuno ha anche un’assicurazione sull’assicurazione, nel caso in cui la compagnia presso cui è assicurato fallisca e non possa tener fede ai propri impegni.w699_h470_x349_y235_5a072fb5d4283ff8
«Dobbiamo assicurare la macchina», dico alla mia compagna.
Il nostro tedesco è tale che una semplice formalità diventa un’impresa titanica.
Viviamo a Bremen da novembre, adesso è febbraio e stiamo sbrigando tutte le pratiche per immatricolare l’auto, una vecchia Yaris con ottantamila chilometri sul groppone. Per farlo però, ci serve l’assicurazione.
«Cerca su internet qual è la sede più vicina».
Scorro l’elenco, sono tutti nomi sconosciuti. Ci sarebbe una filiale della Generali in Hemmstraße, ma ci sono passato davanti l’altro giorno e non capivo nemmeno se fosse ancora in attività.
«Questa è sotto casa», dico, puntando il dito sul nome della società: Basler Versicherung.
«Andiamo, allora».
Armati di coraggio e con un post-it in cui ho segnato tutte le possibili parole chiave, dopo aver provato a mente un paio di volte il discorsetto introduttivo in tedesco, usciamo e ci dirigiamo verso l’ufficio della Basler.
Il locale è piccolo, ma ben arredato. Due scrivanie, una fotocopiatrice, scaffali con faldoni e due piante stile Ficus Benjamina, come quelle dei film di Fantozzi. Insomma, identico all’ufficio di un assicuratore italiano.
Respiro, forse non andrà tutto male.
Anche l’uomo che ci accoglie, un simpatico signore sulla sessantina dall’aspetto elegante, giacca e cravatta in tinta unita, pettinatura con riga a destra, occhiali dalla montatura fine, è uguale agli assicuratori italiani.
Peccato che parli tedesco.
Ma è così gentile che riusciamo a capirci e alla fine il post-it non serve più.
Firmo il contratto, il prezzo è giusto: è fatta. Continua a leggere “L’assicuratore”