Ciao_L’Italia del Novanta_12 giugno

di Antonio Gurrado

12 giugno 1990

La coppa agli azzurri, il contratto ai metalmeccanici: il compromesso che soddisfa tutti viene escogitato da Fim, Ficm e Uilm di Verona, che non hanno remore a esporlo coram populo su uno striscione al Bentegodi durante Belgio-Corea del Sud. imgI simpatici coreani (vengono chiamati sempre così, anche perché non si riesce a distinguerli l’uno dall’altro) lo diventano ancor più quando, a seguito di un’elaborata manovra di centrocampo, si fanno soffiare la palla da Vincenzino Scifo, che la alza alla viva il parroco per dimostrare che alla fine nel calcio conta solo divertirsi e trova casualmente fuori dall’area De Gryse, al quale è corso incontro – probabilmente per simboleggiare la fraternità fra i popoli – il portiere Choi In-Young, lasciando completamente sguarniti la linea di porta e i sedici metri che la precedono. Sembra l’inizio di una goleada, ma lo striscione degli operai dimostra che non conviene essere troppo ottimisti.

Lo sa bene Andreotti, che da Palazzo Chigi ritira la candidatura di Venezia all’Expo 2000 e spiega che a fargli cambiare idea è stato il concerto dei Pink Floyd, da cui sono derivate, spiega «preoccupazioni a livello europeo e mondiale». Napolitano attacca Occhetto, Forlani giura che non intende far cadere il governo, Craxi esprime sostegno generalizzato da Tokyo, dove funge da inviato Onu per la questione del debito estero dei paesi in via di sviluppo. I giudici scrivono a Cossiga rivendicando autonomia; gli scrivono anche i membri di un circolo gay di Bergamo, rivelando che per evitare persecuzioni sono costretti a riunirsi al cimitero. Infuria intanto la polemica fra Aldo Busi e l’Ordine dei Giornalisti, il cui esame non è stato passato dallo scrittore perché ha consegnato un elaborato troppo lungo (si azzarda qualche freddura sul fatto che le dimensioni non contino).

Ma il più tormentato di tutti è Giuseppe Ayala, il magistrato antimafia che durante i lavori di rifacimento aveva sequestrato lo stadio di Palermo in cui è previsto l’esordio dell’Olanda contro l’Egitto. Milanista, Ayala si presenta allo stadio per godersi, dice, due signori che si chiamano Gullit e Van Basten; colpevole disattenzione, perché l’Olanda si sequestra da sola, fatica a portarsi in vantaggio, si fa raggiungere nel finale da un rigore di Abdel Ghani (facili umorismi: “Ma quale Olanda d’Egitto” e così via) e l’unico a salvarsi dal naufragio è Rijkaard, anche se Ayala non era andato allo stadio per vedere lui.