dal nostro inviato Gianvittorio Randaccio
Sono quasi le nove e già il divano è gremito da tifosi di ogni età, dai nove ai quaranta e oltre, in maniera imprecisata. Wembley stasera per noi è un muro bianco e un proiettore che gli spara sopra Tottenham-Inter come al cinema, con il commento della Rai che va in dolby surround per tutto il salotto. C’è entusiasmo, anche se l’Inter fatica fin da subito. Ma come si fa a giocare così, ci si chiede? E se lo chiede anche Antonio Di Gennaro, che subito comincia a dire che «così diventa difficile», quando Brozovic fa un lancio troppo lungo o Asamoah un retropassaggio troppo corto.
Soprattutto il Ninja sembra in difficoltà: corre poco, sbuffa, sbaglia i passaggi. Il divano è sgomento, solo Silvia, curiosa, fa avanti e indietro dalla cucina per vederlo, questo famoso Ninja romantico con una rosa tatuata sul collo. Il Tottenham gioca con il coltello in mezzo ai denti e ha sempre il pallone. Coco Lamela, con il suo cerottone, è sempre un pericolo, così come l’Uragano Kane, e pure Wings, che in questo stadio domestico viene scambiato per una Winx, che spara un raggio bioritmico direttamente sulla traversa, facendo sobbalzare tutto il divano. Quando a fine primo tempo esce Nainggolan c’è un boato, soprattutto perché da queste parti c’è grande considerazione per Borja Valero, anche se il suo aspetto sembra quello di un settantenne appena richiamato dalla rete di un cantiere.
Il secondo tempo comincia meglio e il divano diventa subito più speranzoso. L’Inter tiene il campo con sicurezza e addirittura ha un paio di occasioni che mettono in allarme i nerboruti albionici. Di Gennaro comincia a dire che è un’altra Inter, con un piglio diverso e che il primo tempo ormai è solo un lontano ricordo. A un certo punto entra Son, che non sembra incidere più di tanto, poi è la volta di Eriksen, che il commentatore Rai definisce un “pittore”, un “giocatore vero”, come se gli altri fossero a Wembley per caso. La partita va avanti, ma proprio quando Di Gennaro dice che il Tottenham ormai non ne ha più, «non crea i pericoli di prima», ecco che Eriksen, il pittore, si trova una palla in mezzo all’area e la scaraventa in porta, con un gol da giocatore vero. Il resto della partita passa sperando che la riprenda Vecino, ma non la riprende nessuno e allora ci si dedica alla matematica, il divano cerca di capire cosa deve succedere nel prossimo turno perché l’Inter passi il turno, tra scontri diretti, classifiche avulse e gol fuori casa. L’amara verità è che se arriviamo a pari punti passa il Tottenham. E allora, un po’ delusi, ci salutiamo, dandoci appuntamento all’11 dicembre, «magari al pub di Lazio-Inter», che porta meglio.